domenica 7 settembre 2008

Pittura: ultime mostre


Martedì 27 maggio 2008
è stata inaugurata la mostra
PITTORI FIGURATIVI AL CASTELLO DI NERVI
una rassegna di opere di sei pittori figurativi genovesi, ospitata
all'interno dell'antica fortezza eretta a scopo difensivo in epoca di scorrerie saracene.

Tra gli altri, figuravano sette quadri miei: Nudo seduto, Il generale, ritratto in rosso, natura morta, natura morta con vaso, bosco (2 versioni).


















La mostra, rimasta aperta fino al 4 giugno, si è conclusa con un bilancio decisamente positivo. In una sola settimana di apertura si è registrato circa un migliaio di visitatori, fatto abbastanza straordinario e in parte dovuto al sito in cui la rassegna è stata ospitata, una prestigiosa fortezza (pur sciupata da un cattivo restauro) collocata in uno scenario stupendo, ma non v'è dubbio che l'attrattiva principale siano state le opere esposte.


VENT'ANNI DI PITTURA

La mia mostra personale costituita da una selezione di opere (30 oli su tela o su legno) realizzate dagli anni Novanta ad oggi, allestita dall'1/10 all'8/10/2008 al Castello di Nervi, ha avuto un ottimo riscontro di visitatori (più di 500) e giudizi positivi sia da parte del pubblico sia da parte della stampa (almeno di quella che si è occupata della mostra).
Ecco alcuni giudizi del pubblico annotati sull'album posto alla fine del percorso espositivo:
"Pittura egregia (ex grege = fuori dal gregge)!". "Una mostra veramente interessante e ricca di spunti di riflessione interiore. Complimenti". "Colore, fantasia, estro... grandioso!". "Molto interessante, quadri espressivi, per me originali". "Qualcosa di nuovo, anzi di antico". "Ritorno e apprezzo con rinnovato interesse le belle opere esposte!". "Belle opere. Alcune fanno riflettere". "Ogni dipinto ha un giusto significato. Complimenti davvero!". "Ogni quadro fa pensare. Non succede spesso". "Quadri espressivi, attuali nella descrizione del disagio interiore". "L'artista riesce a porre una giusta critica al potere distruttivo del mondo che cambia senza tener conto del passato e del presente". "Complimenti al pittore. Una rarità per Genova!". "Dietro le figure c'è sempre un pensiero e un sentimento". Due visitatori spagnoli: "Muy bonito. Mas cuadros con mucho significado". "Mis felicitaciones a Francescantonio por el magnifico artista que es, el dominio tan espectacular de las tecnicas de pintura y imagino, por sus temas que trata en sus pinturas, su gran humanidad...". La nota più curiosa è questa: "In particolare mi è piaciuto Carnevale. I quadri parlano anche se non interrogati. Esco con un sorriso"
Alcuni passi di articoli apparsi sulla stampa
MASCHERE E METAFISICA NEL CASTELLO DI NERVI:"Dionisio di Francescantonio, natali abruzzesi ma una vita intera a Genova e l'orizzonte sterminato della tradizione pittorica con cui confrontarsi e scontrarsi. Nell'esposizione ordinata al Castello un distillato del suo universo pittorico, con una selezione di una trentina di opere dagli anni '90 a oggi. A ogni tela una tappa del percorso umano, emozionale e artistico del pittore che sceglie non a caso di aprire la mostra con un "Saggio su Arlecchino": la maschera per eccellenza diventa carne di un viaggio che dalla plastica greca approda al rigore cinetico, ma con la leggerezza consapevole di un piccolo, autorevole cavaliere. Opera-manifesto di un lavoro che spazia senza remore dal neoespressionismo alla metafisica per giocare, armato di spirito critico e di ironia, con i classici della pittura..." Luisa Castellini, Il GIORNALE, 5/10/2008.
NERVI, DI FRANCESCANTONIO RITORNA ALLA PITTURA VERA: "Il pittore spiega di aver voluto 'recuperare la nostra grande tradizione pittorica in polemica con la rottura operata nei confronti del passato dalle avanguardie storiche e dagli equivoci che sono poi derivati da quella rottura'. Lo stesso aggiunge che ormai si avverte la necessità di tornare al mestiere così come veniva inteso una volta, allorché si imparavano i rudimenti della pittura nelle botteghe dei maestri. 'Si è andati troppo avanti sulla strada del dilettantismo e del pressapochismo. La pittura deve tornare ad essere quell'attività seria, tutt'altro che facile, che era un tempo'..." IL SECOLO XIX, 30/9/2008.

Pittura: ultime mostre

venerdì 2 maggio 2008

La fotografia è una forma d'espressione

Anni fa c'era chi teorizzava che il compito del fotoreporter fosse quello di documentare, a scopo di denuncia, le brutture prodotte dall'uomo nel mondo contemporaneo. Ne era derivata una sorta di etica fotografica che induceva a ricercare immagini di inquinamento, di costruzioni urbane prive di carattere accanto a insediamenti di pregio, di un'umanità degradata e imbruttita dalle privazioni o dall'alienazione, e via su questa strada. Confesso che, anch'io, forse perché il mio interesse per la fotografia di reportage coincideva con l'inizio della mia passione per i viaggi in quei paesi che rientravano nella sfera del cosiddetto Terzo Mondo, tendevo a rivolgere l'obiettivo verso gli aspetti meno gradevoli del mondo e dell'uomo. Del resto c'erano gli esempi dei grandi fotoreporter, che costituivano una sorta di scuola e facevano tendenza. Non si poteva fare a meno di riferirsi ad immagini come quelle di Werner Bischof e di Donald Mc Cullin qui esposte. Era ad autori come questi che ispiravo i miei primi lavori, come si vede dai due esempi che seguono alle foto dei due maestri.

















































Ma la mia formazione artistica, i miei studi dell'armonia compositiva, oltre che il mio gusto istintivo per la pulizia e per la bellezza, mi portavano in ogni caso a restituire un'immagine non dimentica del fattore estetico. Più tardi ho scoperto che anche i fotoreporter più "crudi" obbedivano alla mia stessa esigenza. Vedi l'esempio di Eugene Smith, dove la tragicità dell'evento, quale quello d'una veglia funebre, viene restituita e in qualche maniera mitigata dall'inquadratura di forte sapore estetico. In seguito, comunque, c'è stata una vera e propria reazione di rifiuto nei confronti della tendenza a cercare le immagini peggiori del mondo. Gli stessi fotoreporter degli orrori della guerra come Mc Cullin, Bischof ed altri sostennero che il mondo era così pieno di brutture che appariva sbagliato e addirittura diseducativo ostinarsi a mostrare solo quelle e che era più produttivo andare in cerca di quel poco di armonia e di bellezza che ancora si conservava in giro.














A mio avviso, questi due atteggiamenti obbediscono entrambi a una vizio di semplicismo o addirittura di manicheismo nel concepire quello strumento di comunicazione che la fotografia, come altre forme d'espressione artistica, rappresenta. La realtà può essere drammatica o allegra e la fotografia, come tutti i linguaggi artistici, deve cercare di restituire questi aspetti, magari accentuandoli, ma senza mai dimenticare l'indispensabile fattore estetico, che la nobilita e la esalta. L'immagine può esprimere il massimo della drammaticità e della tristezza, o il massimo della serenità o dell'allegria, ma il fotografo non deve mai dimenticare che lo scopo della sua inquadratura deve essere quello di creare poesia. Ecco alcuni esempi dove la poesia, secondo me, è palpabile (immagini di Franco Pinna, di Gianni Berengo Gardin e di Ernst Haas).

mercoledì 9 aprile 2008

Un dipinto di Anna Colonnello


"Il granchio" di Anna Colonnello.

Anna Colonnello è una pittrice abruzzese, che risiede a S. Vito Chietino, in provincia di Chieti. Ormai ultraottantenne, la Colonnello, già imprenditrice di successo, ha cominciato a dipingere quando è andata in pensione, poco più di dieci anni fa. Non ha mai esposto né intende farlo, men che mai venderebbe una sua opera, poiché, com'ella dichiara, i suoi dipinti per lei sono "creature" da cui non si separerebbe mai. Io sono riuscito ad ottenere il quadretto di cui pubblico l'immagine (in cambio di un mio quadro con l'immagine di un cavallo) solo in quanto copia di un dipinto precedentemente realizzato. Come si capisce, la Colonnello ha un carattere molto particolare ed è un peccato, perché il suo lavoro meriterebbe di non restare sepolto nell'oblio. La sua bella casa sul mare Adriatico ha le pareti letteralmente tappezzate dai suoi quadri: chi, come me, riesce a penetrarvi, si trova davanti a un'autentica festa del colore, a una fantasia pittorica che suscita incanto e ammirazione. L'ingenuità delle immagini, accostabile a quella di un doganiere Rousseau, acquista slancio emotivo e grande forza espressiva grazie all'istintivo talento coloristico dell'artista. La Colonnello usa i colori quasi a corpo, vale a dire puri, mischiandoli solo raramente, ma sa accostarli con grande sensibilità, riuscendo, talvolta, a farli "cantare".
Una grande colorista: per l'appunto è questa la definizione da me adoperata la prima volta che mi sono trovato davanti ai suoi dipinti. Dipinti che meriterebbero di essere visti e conosciuti di più.

mercoledì 2 aprile 2008

Fotografo

Dionisio di Francescantonio si è specializzato in modo particolare nella fotografia destinata all'editoria (libri, riviste, giornali) documentando, nel corso di molti viaggi in Italia e all'estero, gli aspetti sociali, le abitudini di vita, i gusti per il divertimento e le tendenze artistiche, nonché gli aspetti curiosi e interessanti dei popoli relativi ai paesi e agli ambienti che ha visitato. Nel corso degli anni ha documentato molte feste della tradizione italiana celebrate in quasi tutte le regioni della penisola, realizzando centinaia e centinaia di diapositive che costituiscono un corpus fotografico forse unico nel suo genere. Moltissime immagini di questo argomento non sono mai state pubblicate: l'autore le tiene in serbo per una pubblicazione in volume a cui terrebbe in modo particolare, ma finora non ha ancora trovato l'editore adatto. Le fotografie di Dionisio di Francescantonio sono apparse su libri, riviste, manifesti, locandine e giornali italiani e stranieri. In particolare ha collaborato con le case editrici De Agostini, Sei, Garzanti, Gallimard, Touring Club Italiano, La scuola editrice, FMR edizioni, Italy-Italy, Giunti Marzocco.
Ha
pubblicato in volume Folclore Ligure: le Casacce (testo e fotografie) presso Priuli & Verlucca editori. In collaborazione con altri ha pubblicato altri volumi, come Africa Settentrionale (De Agostini), Presepi in Liguria (Sagep editrice), Museo di Sant'Agostino (Nuova Alfa Editoriale), Scultura Romanica (S.P.E.S. edizioni).







Alcuni esempi di foto

pubblicate
su libri e riviste
























































































































Pittore

Dionisio di Francescantonio ha cominciato a disegnare e a dipingere "per istinto" fin da bambino. In seguito ha frequentato l'Accademia Ligustica di Belle arti per conoscere a fondo tutte le tecniche pittoriche ma non è mai entrato a far parte di consorterie artistiche né si è mai fatto affascinare dalle facili mode dell'avanguardia, dedicandosi alle sue ricerche in una posizione defilata e solitaria. Ha continuato (e continua) ad esplorare, tramite il disegno e la pittura, linguaggi e stili anche diversi tra loro, ma disdegnando in ogni caso gli sperimentalismi esasperati della nostra epoca e restando saldamente ancorato a moduli figurativi, pur tenendo conto, naturalmente, di quanto è stato realizzato nelle arti figurative nel mondo contemporaneo. Ha partecipato ad alcune mostre (poche) in Italia e all'estero (in Liguria a Genova, Savona e Lavagna; in Toscana a Firenze e a Lucca; in Francia ad Aix en Provence), ma si è dedicato soprattutto all'illustrazione di libri, di manifesti e di depliant, sia con disegni sia con dipinti.

Analisi di un influsso. Di Francescantonio ha sempre sostenuto che nei suoi dipinti, almeno in quelli che gli piacciono di più, la lezione di Hyeronimus Bosch sia notevole. Come esempio dell'influsso ricevuto dal grande Hyeronimus, proviamo a mettere a confronto il suo quadro intitolato "Carnevale" col "Cristo portacroce" del maestro. Osservate i dettagli.



























































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Scrittore

Dionisio di Francescantonio è nato a San Vito Chietino (CH) sulla costa abruzzese, ma vive da molti anni a Genova. Ha pubblicato articoli, saggi e racconti su libri, riviste e giornali italiani e stranieri, collaborando in particolare con le edizioni De Agostini, Sei, Italy-Italy, Gallimard, Effedieffe, Orizzonti, Touring Club Italiano, La Scuola Editrice e Giunti-Marzocco. In volume ha pubblicato il saggio con illustrazioni fotografiche Folclore Ligure: le Casacce presso Priuli & Verlucca editori di Ivrea; i romanzi L'identità del fuoriuscito (presso le edizioni Firenze Libri di Firenze) e Eldorado (presso l'editore De Ferrari di Genova).
Nel cassetto ha altri testi pronti per essere pubblicati: tre romanzi e un volume di racconti.
Attualmente ha in corso di redazione altri due romanzi, ai quali lavora contemporaneamente.